martedì, febbraio 19, 2008
Il pirata

E’ da pochi giorni passato l’anniversario della morte di una grande campione, Marco Pantani.
Premetto di non essere una grande intenditrice di ciclismo , ma la storia di questo ragazzo tanto amato dalla mia mamma, e più che altro sfortunato, mi fa sempre riflettere.
Si, perché la morte, avvenuta per cause ancora da accertare, così improvvisa, ha lasciato tutti i suoi ammiratori, e sinceramente anche me, un po’ spiazzata.
Suicidio?
Omicidio?
Tanti dubbi circondano la dipartita di questo povero ragazzo, sua madre ancora oggi lotta per sapere la verità.
Una vita per il ciclismo quella di Marco Pantani, spinta al limite e fermata nel peggiore dei modi con accuse, vere o false non so dirvelo, di abuso di sostanze proibite.
Non voglio soffermarmi sulla sua fragilità, quella fragilità che lo ha fatto sprofondare in un abisso dal quale non è più risalito, ma voglio rimarcare la possibilità che la sua morte possa non essere del tutto naturale. Inutile ricordare l’accanimento avvenuto nei suoi confronti, le
mille vicende giudiziarie cadute sulle sue spalle proprio a ridosso di una sua nuova comparsa sulla scena sportiva, gli incidenti che l’hanno sempre visto risalire in sella dopo dolorose riabilitazioni. Un uomo che ha sopportato molte battaglie, molte le ha vinte, ma la più importante, purtroppo, ha avuto la meglio.
Non voglio giustificare la sua dipendenza da cocaina, ma come dice sempre la Mariuccia (la mamma della vostra Sara), “Marchino lo hanno ammazzato quando lo hanno bloccato al tour portandolo via con accuse infamanti”. Si perché Pantani lo disse: “ho sopportato le cadute peggiori e mi sono sempre rialzato, ma da questa cosa non mi riprendo”.
E così è stato.
Oggi sua madre racconta che il figlio non può essersi suicidato. La stanza era distrutta, infissi divelti, caos ovunque ma le sue mani erano intatte. Neanche un graffio, al contrario del volto segnato e pi
eno di tagli,.
Beh, anche a me verrebbero seri dubbi.
Voleva parlare, il ciclista, raccontare che tutta quella sporcizia che gli era stata gettata addosso, era da dividere con altri. Magari nomi importanti, o almeno nomi che non dovevano essere fatti.
“Che qualcuno parli”, disse un giorno, ma nulla è accaduto allora, e credo che nulla accadrà adesso.
Marco Pantani sarà l’ennesima “vittima” di un sistema marcio che tocca tutti gli sport. A nulla varrà il dolore di una madre che si batte perché il nome del figlio venga giustamente riabilitato.
Ma non dimentichiamoci di lui, di quello che ha passato e del dolore che deve aver provato per rovinarsi l’esistenza come è avvenuto nei suoi ultimi anni.
In fondo lui è stato solo una vittima e, magari ingenuamente, spero anch’io che la verità venga a galla. Che qualcuno rompa quel muro di omertà che vergognosamente troviamo anche in un mondo, come lo sport, che dovrebbe essere fatto solo da
lealtà e aggregazione.
 
posted by Sara Sidle at martedì, febbraio 19, 2008 | Permalink |


18 Comments:


At 19 febbraio, 2008, Blogger Virgilio Rospigliosi

Pantani, il Pirata, il grande, il mio ultimo grande mito del ciclismo, che quando andava in salita sembrava che lui fosse in motorino e gli altri in bici, mi ha entusiasmato. Si, qualcosa avrà preso, come tutti del resto, Cipollini che pensi che non prendesse niente? E poi, dai, li hanno scoperti piu o meno tutti. Non ho mai capito questo accanimento nei confronti di Pantani, carattere difficile sì, ma un ragazzo fragile, sensibile e geniale.
Quando morì fu una cosa tristissima per me.
Non ho piu seguito il ciclismo da allora.
Un bacione, Virgilio

 

At 20 febbraio, 2008, Blogger Mat

ero un suo grande ammiratore.
ma non sono un fanatico in generale..
quindi nn lo difenderò a spada tratta ne lo accuserò..cioè non sappiamo se ha sbagliato da ciclista o se è stato incastrato, lo stesso dicasi per la morte.

di fatto è morto un ragazzo perseguitato dalla sfortuna, debole forse nella sua forza..
di sicuro c'è chi ha approfittato della sua bontà e della sua fama...
di sicuro ha subito un accanimento da parte della federazione come da parte della stampa...

è una cosa molto triste quando muore un ragazzo, ancor di più se a causa di situazioni come quella in cui si è trovato pantani facilmente superabili in determinata condizioni.
un bacione sara :*

 

At 20 febbraio, 2008, Blogger Unknown

Comunque è passato alla storia. Lo conoscono tutti, anche chi non ha mai visto una gara ciclistica in vita sua. E si era fatto conoscere ben prima che arrivassero i guai. Solo le persone speciali ci riescono.

 

At 20 febbraio, 2008, Blogger ania67@hotmail.it

Non ho mai seguito il ciclismo, devo dire solo che a me stava simpatico e non credo che lui fosse più doppato di tutti coloro che correvano con lui in quegli anni. La sua storia umana mi ha comunque straziata al pari di chiunque abbia l'abbia seguita almeno in parte.

 

At 20 febbraio, 2008, Blogger Sara Sidle

Virgilio, anch'io credo che tutti nel ciclismo, specialmente a certi livelli prendano qualcosa. Di certo Pantani è stato massacrato per cose che, giuste o sbagliate, facevano in molti. Morto lui, effettivamente il ciclismo ha perso un grande ciclista ed un grande personaggio.

Mat, non si tratta di difenderlo o accusarlo. Certo, avrà avuto anche lui i suoi torti, ma se effettivamente fosse stato ucciso, la cosa andrebbe al di là alla perdita di un campione sfortunato.

Abicetta, è vero, pur non essendo una tifosa del ciclismo, Pantani ha colpito anche me. Mi dispiace che sempre più spesso venga ricordato per la sua debolezza piuttosto che per le sue capacità. Per me sotto la sua morte c'è molto di più di una semplice overdose..

Ania, credo che la sua storia umana abbia colpito tutti, chi lo amava e chi no. E' per questo che ho scritto questo post. Mi fa tenerezza sua mamma che non si arrende e chiede giustizia. Anch'io la vedo come lei, forse c'è davvero qualcosa di più e sarebbe ora che qualcuno parlasse..

 

At 21 febbraio, 2008, Anonymous Anonimo

La cosa che più mi fà rabbrividire è l'idea che quest'uomo che ha fatto sognate tutti coloro che amavano e amano il ciclismo non ci sia più...che ora sia sottoterra e che non potrà mai dire la sua verità. Non sò cosa sia accaduto, ma credo che comunque sia siano stati anche un pò i media ad uccidere Pantani.
Sicuramente non era pulito,come del resto molti altri sportivi, ma tutto quell'accanimento verso colui che poco prima era stato trattato come un eroe, come un vero campione, l'ha decisamente scaraventato in un baratro senza uscita; poi per cercare di risollevarsi con tutta probabilità si cercano strade e persone sbagliate fino ad arrivare all'estremo a cui lui è arrivato.
Vedo molto meno accanimento nei confronti degli stupratori di bambini e degli assassini.... ha sbagliato, è stato allontanato dallo sport che più amava,e mi sembrava sufficiente, ma no, i media hanno continuato parlare di lui e dell'onta di cui aveva macchiato il ciclismo e ad accusarlo di qualcosa per cui ormai aveva pagato.... forse prima di accanirsi così contro qualcuno bisognerebbe riflettere un pò di più sulle conseguenze che potrebbero subentrare.

 

At 21 febbraio, 2008, Blogger pensierorosa

non seguo il ciclimo perchè dò per scontato che per fare questo sport ci si debba aiutare con qualche sostanza

In ogni caso la verità è giusto che venga a galla per rendere giustizia a un uomo che al ciclismo ha dato tutto sè stesso...(nel bene e nel male)

 

At 21 febbraio, 2008, Anonymous Anonimo

Io ho un'immagine del ciclismo "angelicata" perchè le persone che lo praticano che io conosco sono davvero dei gran sportivi (in senso bello del termine). Ma ovviamente siamo a livelli molto più bassi di Panatni, quindi non è che conosca poi lo sport nella sua interessa. Di certo mi spiace per lui, e per la tristezza cjhe ha caratterizzato la sua fine. Ti abbraccio betta

 

At 21 febbraio, 2008, Anonymous Anonimo

sulla vicenda Pantani non so proprio che dire...
fino a quando non verranno alla luce tutti i veri dettagli di questa storia non oso avere una vera opinione...

 

At 21 febbraio, 2008, Blogger Gala

Non sono appassionata di ciclismo, ma mio padre sì. E lui adorava e adora tutt'ora Pantani. è proprio in questo che stava la sua forza, quella di riuscire a restare nei cuori.
Cosa sia successo il giorno che è morto non credo che lo si saprà mai...probabilmente ci sono troppi interessi che girano attorno a questa morte eccelente.

 

At 21 febbraio, 2008, Anonymous Anonimo

Credo che sarà uno degli ennesimi misteri a cui non si darà mai una risposta purtroppo. Nonostante le molte critiche che ha ricevuto io l'ho sempre visto con gli occhi di una fan e per me rimarra per sempre il più grande ciclista che abbia mai conosciuto

baci pinguinosi

 

At 21 febbraio, 2008, Blogger Mimmo

...manco io sono appassionato di questo sport. Ma ho sempre ammirato il coraggio di Pantani. Sicuramente è stato un triste capro espiatorio della vicenda...e sono convinto che la verità verrà fuori fra molti anni. Quando nessuno avrà più colpe.

 

At 21 febbraio, 2008, Blogger gds75

pantani è il simbolo di ciò che questo sport è diventato... purtroppo!!!

 

At 22 febbraio, 2008, Anonymous Anonimo

Leggendo questo post mi da l'idea che tu l'abbia già vista, altrimenti potresti seguire in straming sul sito www.lestorie.rai.it una puntata del programma di Corrado Augias dedicata al Pirata.
E' molto in sintonia col tuo post.
Io francamente non sono un appassionato di ciclismo e le vicende di Pantani le conosco come le conoscono i più. Non so quanto ci fosse di vero nella sua squalifica, so che lui, a differenza di altri, non ha mai ammesso la colpevolezza, a dispetto di tutto e tutti. E la cosa fa quantomeno pensare.
Quel che più di tutto mi ha dato fastidio, nella sua storia, è stato vedere come per le persone, o almeno, per certe persone, non ci sia soddisfazione più grande che ributtare nel fango chi ha spiccato il volo verso le stelle.
See ya!

 

At 23 febbraio, 2008, Blogger jack

Eh già,era davvero un grande campione.
Anche i Nomadi gli hanno dedicato una canzone dal titolo: "l'ultima salita".Ti consiglio di ascoltarla...è davvero bella e fa riflettere.Ciao,un bacio e buon fine-settimana;)
Jack

 

At 23 febbraio, 2008, Blogger caterinapin

Un mio amico ha fatto parte di una squadra ciclistica per anni e mi ha detto che sono ambienti terribili, danno sostanze proibite anche ai ragazzini giovanissimi!!!
Lui si è sempre rifiutato ed era stato isolato (una specie di mobbing di squadra).
Anche il mio amico è convinto di ciò che affermi in questo tuo bello e malinconico post...
Un abbraccio cara
Cate ;)

http://www.lateoriadeigorghi.splinder.com/

 

At 24 febbraio, 2008, Blogger Isabel Green

mio padre che di ciclismo se ne intende essendo un appassionato e correndo da amatoriale, dice che sicuramente l'hanno demonizzato parecchio. a quei livelli qualcosa prendono tutti altrimenti non potrebbero reggere a quei ritmi. sicuramente questo ragazzo aveva dei problemi con la droga ma cmq bisogna avere del grande talento per fare quello che faceva...probabilmente aveva pestato i piedi a qualcuno di importante...non dico che l'abbiano ucciso perchè quello non lo sapremo mai però certamente è stato sbattuto fuori per motivi che andavano al di là del doping

 

At 05 marzo, 2008, Blogger Eclisse di luce

Cara Sara, tifavo Pantani, e quando ho saputo della sua morte sono rimasta di ghiaccio.
Penso che ci sia del marcio.
Speriamo che la verità venga a galla.
Cmplimenti per il tuo blog.
Come hai fatto ha mettere lo sfondo io è tanto che ci provo ma non ci riesco cosa mi consigli?
Un abbraccio.