domenica, febbraio 24, 2008
Chi l'ha visto?

In questi giorni mi sono trovata, mio malgrado, nei panni di quelle tante persone che vediamo a “Chi l’ha visto?”.
Proprio ieri, al bar, mi sono vista davanti la foto di un mio parente disperso da due giorni. E noi non ne sapevamo nulla!
Un uomo di 80 anni che da 48 ore non dava più notizie di se.
Appena letta la notizia, io e la mia famiglia ci siamo subito allarmati. Vediamo tutte le settimane la trasmissione sugli scomparsi, di Rai3, e abbiamo spesso parlato di anziani che per perdita di memoria, per malori, per incidenti, scompaiono in pochi minuti senza lasciar traccia. Certi vengono ritrovati sani, altri purtroppo No. Era quella la nostra preoccupazione.
Fortunatamente, la serata di ieri è stata allietata con la notizia del suo ritrovamento. Non so ancora dove abbia dormito, mangiato e come è possibile che nessuno l’abbia visto per due giorni, dato che è una faccia nota della mia Montecatini.
Comunque tutto è bene quel che finisce bene.
Mi sono però messa nei panni delle persone che, al contrario di noi, sono ancora là, sospese, in attesa di una qualsiasi notizia, positiva, negativa, ma pur sempre una notizia.

Spesso parliamo di trasmissioni che attirano l’attenzione di tutti perché smascherano politici, magagne delle quali siamo tutti ignari, ma magari si limitano solo a farcele vedere, senza mai andare oltre, magari fornendo soluzioni o portando avanti indagini più approfondite.
Ebbene, “Chi l’ha visto?”, non è mai ricordato da nessuno, eppure va sempre oltre il solito racconto di cronaca.
Parliamo di “Report”, di “Striscia”, ma mai della trasmissione della Sciarelli.
La rete per prima la relega a ruoli secondari, dando priorità a partite, e quant’altro. Ma questa non è una trasmissione di servizio?
Eppure, a parer mio, è uno dei pochi programmi che va oltre. Che davvero da una mano alle persone in difficoltà, e che in molti casi ha convinto la magistratura a continuare o aprire nuove indagini. Se qualcuno la segue, saprà certamente della miriade di storie che sono state mostrate. Storie incredibili che danno anche l’idea della tanta disperazione che ci circonda e della quale non immaginiamo assolutamente nulla.
Certo, non sarà alla moda, la vedranno in maggioranza persone di una certa età, ma non si vuol capire che è una mano santa per tutte le famiglie che si trovano all
a disperazione come i miei parenti nel caso specifico di questi giorni.
Le persone che scompaiono sono tantissime, e non sono solo quelle che ci mostrano i telegiornali, anche se ormai tutti sappiamo che anche in questo caso esistono le sparizioni di serie A e B
Si preferisce parlare del Kosovo, dell’orsetto tedesco e magari non si mostrano foto di ragazzi scappati di casa, donne o uomini morti e mai riconosciuti.
Se vi capita fate un salto sul sito e vi accorgerete, lì sono solo una parte della vastità di casi passati in questi anni, di quante situazioni, ai più sconosciuti troverete.
Quelle, sono persone, e sono da qualche parte, morte, vive, in difficoltà, magari solo ossa, ma dietro ci sono sempre familiari che aspettano. Completamente abbandonati dalle autorità, dalle forze dell’ordine che, in un caso di molti anni fa ,alla sparizione di una bimba di 8 anni ebbero il coraggio di dire che era scappata per rifarsi una vita altrove.
8 anni!
E’ anche questo un grosso problema, l’abbandono degli enti che dovrebbero subito correre in loro aiuto. Guardate Denise Pipitone, a distanza di anni siamo ancora qui a cercarla.
E come lei tanti altri che aspettano solo un po’ di attenzione.
 
posted by Sara Sidle at domenica, febbraio 24, 2008 | Permalink | 30 comments
martedì, febbraio 19, 2008
Il pirata

E’ da pochi giorni passato l’anniversario della morte di una grande campione, Marco Pantani.
Premetto di non essere una grande intenditrice di ciclismo , ma la storia di questo ragazzo tanto amato dalla mia mamma, e più che altro sfortunato, mi fa sempre riflettere.
Si, perché la morte, avvenuta per cause ancora da accertare, così improvvisa, ha lasciato tutti i suoi ammiratori, e sinceramente anche me, un po’ spiazzata.
Suicidio?
Omicidio?
Tanti dubbi circondano la dipartita di questo povero ragazzo, sua madre ancora oggi lotta per sapere la verità.
Una vita per il ciclismo quella di Marco Pantani, spinta al limite e fermata nel peggiore dei modi con accuse, vere o false non so dirvelo, di abuso di sostanze proibite.
Non voglio soffermarmi sulla sua fragilità, quella fragilità che lo ha fatto sprofondare in un abisso dal quale non è più risalito, ma voglio rimarcare la possibilità che la sua morte possa non essere del tutto naturale. Inutile ricordare l’accanimento avvenuto nei suoi confronti, le
mille vicende giudiziarie cadute sulle sue spalle proprio a ridosso di una sua nuova comparsa sulla scena sportiva, gli incidenti che l’hanno sempre visto risalire in sella dopo dolorose riabilitazioni. Un uomo che ha sopportato molte battaglie, molte le ha vinte, ma la più importante, purtroppo, ha avuto la meglio.
Non voglio giustificare la sua dipendenza da cocaina, ma come dice sempre la Mariuccia (la mamma della vostra Sara), “Marchino lo hanno ammazzato quando lo hanno bloccato al tour portandolo via con accuse infamanti”. Si perché Pantani lo disse: “ho sopportato le cadute peggiori e mi sono sempre rialzato, ma da questa cosa non mi riprendo”.
E così è stato.
Oggi sua madre racconta che il figlio non può essersi suicidato. La stanza era distrutta, infissi divelti, caos ovunque ma le sue mani erano intatte. Neanche un graffio, al contrario del volto segnato e pi
eno di tagli,.
Beh, anche a me verrebbero seri dubbi.
Voleva parlare, il ciclista, raccontare che tutta quella sporcizia che gli era stata gettata addosso, era da dividere con altri. Magari nomi importanti, o almeno nomi che non dovevano essere fatti.
“Che qualcuno parli”, disse un giorno, ma nulla è accaduto allora, e credo che nulla accadrà adesso.
Marco Pantani sarà l’ennesima “vittima” di un sistema marcio che tocca tutti gli sport. A nulla varrà il dolore di una madre che si batte perché il nome del figlio venga giustamente riabilitato.
Ma non dimentichiamoci di lui, di quello che ha passato e del dolore che deve aver provato per rovinarsi l’esistenza come è avvenuto nei suoi ultimi anni.
In fondo lui è stato solo una vittima e, magari ingenuamente, spero anch’io che la verità venga a galla. Che qualcuno rompa quel muro di omertà che vergognosamente troviamo anche in un mondo, come lo sport, che dovrebbe essere fatto solo da
lealtà e aggregazione.
 
posted by Sara Sidle at martedì, febbraio 19, 2008 | Permalink | 18 comments
domenica, febbraio 17, 2008
Il Bani, il Ciaschi e la Lina
Ormai non finirò mai di dirlo, ho 37 anni, ma se mi guardo in giro mi accorgo che sono veeeeeecchia.
Ebbene si, lo scopro tutte le volte che mi capita sott’occhio un biglietto invito per qualche discoteca.
Che c’è di tanto strano, replicheranno gli assidui frequentatori delle discoteche o meglio ancora, gli addetti ai lavori (e qui Gds dirà certamente la sua!).
Niente, ma la vostra Sara è reduce da una adolescenza vissuta in una mega discoteca della mia zona, tale Concorde (già in questo la Miss ha dato del suo), dove tutto era bellissimo e, a ripensarlo ora, normalissimo.
Ma partiamo dall’inizio.
Se leggo un invito di adesso, mi trovo di fronte a un gran casino. Prima cosa, non usa più parlare italiano?
Per dire che mi danno un bottiglia di vino mi buttano là un “bottle of wine”; che iniziano ad una certa ora si fanno raffinati e mi inventano “Start from 21”; mentre per avvis
are che ci sarà la selezione all’entrata mi propinano un “door selection”.
Ma queste cose chi le ha inventate? E’ più ganzo dire tutto in inglese? Ci diamo un tono molto più da “famolo strano“?
Ma fatemi il piacere! A casa mia si dice “parlate come mangiate!
Continuiamo con le stranezze, sempre a mio parere, logicamente, che trovo nelle discoteche di oggi.
Qualcuno mi spieghi perché si deve dire “Dj resident”, o cos’è l’”art director”, o ancora il “ fashion voice” e “ talking voice”, o perché c‘è bisogno del “guest dj“. Ma tutta questa gente, in una serata, che ci sta a fare??
Mi viene da ridere se penso a quando andavo alla mitica discoteca Concorde, e all’entrata era esibito un cartellino dove la direzione si riservava il diritto di fare entrare chi voleva. Ebbene, mai nessuno veniva mandato indietro, anche perché all’entrata ci trovavi il Ciaschi, un omino che già allora sembrava anziano.
Un signore del genere associato a quegli energumeni che oggi vanno tanto di moda fa davvero sorridere.
E il famoso Dj resident?
Al Concorde c’era l’a
matissimo Massimo Dj Bani, un bonazzo al quale tutte ambivamo. C’era solo lui (le piste erano 6 e ogni pista aveva un solo dj), metteva dischi e parlava, ma senza nessuno a fargli da supporto. In più, per dare quel tocco di esotico, avevamo anche Donatello alle luci.
Niente male eh?
Eppure ci divertivamo e sentivamo della bella musica anche senza una miriade di personaggi che sgambettano e chiacchierano in consolle.
Certo, chi vive oggi la discoteca mi dirà che sono antica come la carta pergamena, e forse ha pure ragione, ma davvero di questi tempi non ci si divertirebbe con un solo Dj e un tipo che sta alle luci? Senza tanti frizzi e lazzi?
Rimango attaccata ai miei ricordi, alla signora Lina nei bagni, al Ciaschi alla porta, a Ringo il dj della pista piccola e al bel Massimo Bani. Non invidio chi va a ballare oggi, ma questo è tutto un altro discorso.
Comunque, datemi retta, smettetela di voler fare per forza gli strani, ogni tanto, usate anche qualche parola in italiano..fatelo per me!
Come diceva il jingle:
“Benvenuti alla discoteca Concorde, il comandante vi augura buon viaggio!”

 
posted by Sara Sidle at domenica, febbraio 17, 2008 | Permalink | 35 comments
mercoledì, febbraio 13, 2008
Piange il telefono
Chi di voi non ha mai avuto a che fare col 187?
Ebbene, io sono entrata in questo gorgo, e ancora non ne vedo l’uscita.
Ma partiamo dall’inizio. Circa una decina di giorni fa mi arriva, come altre cento volte, la telefonata della Telecom che mi propone l’offerta Alice 7 Mega con aggiunta di Alice Home Tv e Sky gratis per due mesi. Il tutto alla stessa cifra che sto già pagando.
Dopo molti rifiuti, decidiamo di accettare. Va tutto bene a patto che la bolletta non aumenti!
Insomma, la telefonista mi tiene al telefono per circa un’ ora, poi mi fa aderire con un contratto vocale e dopo mille spiegazioni mi dice che a distanza di 2 giorni mi contatterà prima il 187 per confermare e dopo 10 giorni per fissare l’arrivo dei tecnici.
Passano molti giorni ma dalla Telecom, nulla. Decido di chiamare il il 187 e da loro apprendo che la mia richiesta non era stata minimamente inoltrata. Bene, mi dico, iniziamo bene.
Ripropongo la mia candidatura a nuova fessa Telecom. Sono pure recidiva!
Nel frattempo, la mia linea Adsl si sta facendo riccamente i fatti propri. Non so se ve ne siete accorti, ma ogni tanto sparisco, e tutto questo perché?
Perché la mia simpatica linea, ogni tanto si disconnette e sta per il tempo che più gli aggrada fuori uso.
Che faccio? Chiamo il fantomatico 187.
Alla prima richiesta d’aiuto, la colpa viene data a lavori sulla linea. Mi dicono che ci dovranno lavorare dai tre giorni in su. Panico, era venerdi..
Io e Miss, affrante ci scaraventiamo sul divano già depresse per la perdita subita..
Dopo mezz’ora decido di riprovare a connettermi. Guarda caso tutto funziona alla perfezione.
Passano dei giorni e ricapita il fattaccio.
Richiamo il 187 e il tecnico, questa volta, da la colpa alla prolunga cha va dalla presa al modem.
Mah, mi chiedo, avrà ragione?
Anche in questo caso dopo poche ore tutto riparte.
Nuovo guasto, nuova soluzione. Per la terza volta richiamo, e la risposta è che questo giro la mia linea gli appare e scompare..non chiedetemi cosa voglia dire perché, anche stavolta,
ho creduto alla spiegazione ed ho salutato.
Ora, mi domando: ma chi cavolo assumono alla Telecom?
E se mi volessi incavolare, con chi me la prendo?
Ora sono in loro balia. Aspetto ancora i tecnici per montare la nuova adsl, non so se verranno mai, e se il computer mi si disconnette di nuovo, dovrò sorbirmi per l’ennesima volta i vaneggiamenti di quelli del 187.
Parliamoci chiaro, a volte la mia mamma ha ragione quando dice: il lavoro non è a trovarlo, è a mantenerselo! Ed al 187 l’hanno davvero preso per vangelo!
 
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martedì, febbraio 05, 2008
Son belle le ciccette !

Stiamo andando incontro all’estate. Le gonne si accorciano, le faccette si espongono al primo sole e la tv inizia a frantumarci le palle sul dimagrire.
Dimagrire, cosa che detesto, anche perchè mi risulta sempre più difficile. Non tanto per la fame, quanto per il costo.
Si, perché se pensiamo bene, mangiamo poco, ma spendiamo di più.
Dovremmo sfamarci a frutta e verdura, ma oggigiorno costerebbe meno mangiarci una collana di perle piuttosto che due peperoni, o regalare dei carciofi come mazzo di fiori piuttosto che mangiarli!
Perché, un etto di breasola a quasi 5 euro, dove lo mettiamo? Sono sempre più convinta che la dieta sia un modo salutistico per farci spendere di più!
Sembra quasi un circolo vizioso, si deve curare il fisico, ma non il portafoglio..
Io, poi, che alla fine del mese arrivo ancor meno che risicata e mi sfamo con prodotti supergrassi ma di basso costo, scusandomi con un “a mangiar sano ci penso dopo l’8 del mese!”
Ma a parte gli scherzi, sono certa che dietro questo mercato del fisico si nasconde un business da moltissimi euro. Pensiamo al costo delle palestre, dei massaggi, dei prodotti dietetici, delle creme rassodanti, della frutta della verdura..io dimagrirei solo per il pensiero di
spendere tutti questi euro!
Ma si sa, la bellezza si paga e come dice un vecchio detto “chi bella vuole apparire, le pene deve soffrire”.
Alla fine, a dircela tutta, qualche chilo in più, fa tanto male? Dobbiamo per forza essere tutti snelli e perfetti? Trovo ingiusto questo martellamento quotidiano che punta a farci diventare tutti silfidi meravigliose. Ma dove vogliamo metterle quelle forme arrotondate morbide e sinuose?
Basta fissarsi sulla linea perfetta, basta farci prendere in giro con falsi modelli, solo per spillarci un sacco di soldi e toglierci quel poco di sicurezza che abbiamo. Tutti si riempiono la bocca col fatto che l’anoressia va combattuta, ma poi sono i primi che alla vista di due cosce tornite urlano “alla grassona”. Pensiamo a tutto il polverone fatto per la pazzerella di Britney in una delle sue ultime apparizioni. L’hanno distrutta, pur sapendo che la ragazza aveva già seri problemi alle spalle. Perché, ad “Amici di Maria”? Distruggono ventenni denigrandole sul fisico tondeggiante e non (a detta loro) da ballerina.
Da giovane sono stata tacciata di cicciottella , e tanto ne ho sofferto, è per questo che vorrei che questa mania di diventare tutte veline e letterine smettesse di esistere. Uomini, sta a voi a far capire alle donne che quando le abbracciate preferite stringere un po’ di buona ciccia piuttosto che quattr’ossi. Per il resto, alla tv guardiamo solo bei ragazzi e lasciamo stare quelle quattro sgallettate che sono sì magre, hanno si sofferto la fame, ma poi per cosa? Andare a finire nella scuderia di Lele Mora?
No, ragazze, detto questo, stasera rosticciana per tutti!
 
posted by Sara Sidle at martedì, febbraio 05, 2008 | Permalink | 31 comments
domenica, febbraio 03, 2008
23 cm di simpatia
Se qualcuno non lo sapesse, io amo Rocco Siffredi!
Si, ma non per quello che potrebbe dare, e qui a ognuno lascio la propria interpretazione, ma perché lo ritengo un uomo di un umorismo e una umiltà incredibile.
Me lo sono gustato oggi intervistato dalla Simona Ventura dove candidamente asseriva che nel porno, e, a sentir la moglie e anche me, pure nella vita, c’è penuria di maschi.
Dove, mentre le donne, nel porno, ci vanno a nozze, i maschietti tendono ad avere cali di tensione (lascio sempre all’immaginazione), specialmente quando si trovano di fronte a due donne. Al contrario, nelle care e simpaticissime orge si sentono più sicuri e gagliardi. Furbi eh??
Non so perché, ma di fronte a discorsi fatti con ironia e simpatia, il mondo dell’hard mi assume contorni quasi simpatici.

Alla fine, questo mondo del porno tanto ambito da uomini e donne, cos’è?
Sono certa che Rocco abbia scelto per passione il suo lavoro, ma non penso neppure che sia tutto oro e argento, o almeno non a tutti livelli.
Però esiste il signor Siffredi a fare avvicinare “la persona normale” ad un ambiente sempre un po’ ghettizzato, con la sua coinvolgente spontaneità e diciamocela tutta bella presenza, che in quell’ambiente specialmente, non guasta davvero.

L’ho apprezzato ancor di più come uomo quando di fronte ad un parere sul film “caos calmo” e sulla sua fantomatica scena hot, ha asserito che nella filmografia normale sarebbe meglio che le immagini spinte non avvenissero. Se uno vuol vedere certe immagini e certi film è giusto che rivolga la propria attenzione a determinate pellicole. Anche lui si imbarazza quando col figlio assiste a scene osè. E’ anche un babbino adorabile..
Rocco Siffredi, all’anagrafe Rocco Tano, rimane per me un uomo da erigere a “Santo subito”! Sì, con o senza i suoi 23 centimetri, che non fanno mai male, ci troviamo di fronte una bella persona che con le sue 4000 e passa donne alle spalle ama alla follia sua moglie.
Perciò abbasso i pregiudizi, dateci Rocco, in tutte le sue vesti, anche senza ,se volete, ma non credo che nessun altro pornoattore lascerà il segno che ha lasciato lui.
Se poi qualcuno si vuole candidare..
 
posted by Sara Sidle at domenica, febbraio 03, 2008 | Permalink | 17 comments